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ToggleGli animali hanno un ruolo centrale nella cultura giapponese, specialmente nello shintoismo, la religione spesso definita “autoctona” e profondamente legata al mondo naturale, ma anche, ovviamente, nelle leggende, nel folklore e nel buddhismo.
Per questo non è raro imbattersi in creature reali o immaginarie nei bassorilievi dei templi e dei santuari, nell’arte popolare e persino nei tatuaggi.
Agli occhi di un giapponese, questi animali evocano una rete di simboli e suggestioni che per noi non sono automatici. Per questo speriamo di aiutarti a capirli meglio con questo breve articolo.
Gru – Tsuru 鶴
Nella mitologia giapponese, la gru vive fino a 1.000 anni, ed è quindi un simbolo di longevità.
Per questo è tradizione fare 1.000 origami di gru (senbazuru, “1.000 gru”), uno per ogni anno.
Ovviamente i 1.000 origami di gru più famosi sono quelli che voleva realizzare Sadako Sasaki, la bambina che si ammalò di leucemia in seguito alle radiazioni della bomba atomica lanciata su Hiroshima. Purtroppo morì prima di compiere il suo proposito, e i suoi compagni di scuola realizzarono le 356 gru che mancavano.
Realizzare 1.000 origami di gru divenne poi uno dei test per i candidati del programma aerospaziale della JAXA, l’agenzia spaziale giapponese.
Per il suo aspetto maestoso è associata alla nobiltà, ed è anche un simbolo di pace.
Le gru sono anche famose per le loro danze di corteggiamento e per essere monogame, quindi vengono spesso rappresentate sui kimono nuziali come augurio di un lungo e felice matrimonio.
Nell’arte, la gru è spesso associata ad altri simboli di longevità come il pino o la tartaruga.
Tartaruga – Kame 亀
Se la gru vive 1.000 anni, la tartaruga ne vive 10.000, ed è quindi un altro simbolo di longevità.
Secondo la leggenda, una gigantesca tartaruga sostiene l’isola degli immortali e la montagna del mondo. La sua forma è anche la rappresentazione dell’universo: il carapace simboleggia la volta celeste e la parte inferiore piatta è il disco piatto del mondo.
È spesso rappresentata con il serpente, perché secondo una leggenda l’universo sarebbe nato dalla loro unione. Anticamente si credeva che non esistessero tartarughe maschio, e che quindi questi animali si dovessero accoppiare con i serpenti.
La versione stilizzata del carapace, un esagono inscritto in un altro esagono, viene anche usato come motivo decorativo nei tessuti.
La forma tondeggiante del carapace ricorda anche quella di una moneta, quindi non è raro tenere un amuleto a forma di carapace nel portafogli per garantirsi successo economico.
È la protettrice della direzione nord.
Carpa – Koi 鯉
Nel folklore cinese poi tramandato in Giappone, le carpe sono così forti che nuotano controcorrente nel fiume Giallo. e riescono persino a risalire le cascate. Si dice infatti che un banco di carpe dorate si spinse controcorrente lungo il fiume Giallo fino a raggiungere una cascata. La maggior parte di loro a quel punto tornarono indietro, ma alcune non si arresero e, balzo dopo balzo, iniziarono a risalire la cascata. I demoni locali, per dispetto, aumentarono l’altezza della cascata. Dopo un secolo di perseveranza, una carpa riuscì a superare quest’ostacolo apparentemente insormontabile e gli dei la trasformarono in un potente drago.
Per questo le carpe incarnano il coraggio, la perseveranza e l’abilità di superare le difficoltà per raggiungere un obiettivo, e sono il simbolo della festa dei bambini, che cade il 5 maggio.
Siccome depongono molte uova, sono anche un simbolo di fertilità.
Inoltre “koi” in giapponese significa anche “amore” (scritto con un altro ideogramma, 恋), quindi simboleggiano anche l’affetto in ogni sua forma.
Per il loro modo sinuoso e aggraziato di nuotare, rappresentano anche la tranquillità e la pace.
Cane procione – Tanuki 狸
Anche il tanuki è originariamente un mutaforma, quindi un essere infido e malevolo, ma col passare del tempo la sua immagine è stata addolcita e resa positiva.
Oggi è principalmente un portafortuna che si vede spesso davanti a negozi e ristoranti.
Di solito ha 8 caratteristiche specifiche che si sono aggiunte nel tempo.
- un sorriso
- un cappello (a volte una tartaruga) per essere sempre pronto e proteggersi dal cattivo tempo (= i periodi difficili)
- occhi grandi per valutare bene i dintorni e prendere le decisioni giuste
- una bottiglia di sakè che rappresenta la virtù
- una coda lunga che simboleggia stabilità e forza per raggiungere l’obiettivo
- pancia prominente: simboleggia capacità di prendere decisioni coraggiose ma calme.
- scroto sovradimensionato che in giapponese si chiama colloquialmente “kinbukuro”, cioè sacco dei soldi, e simboleggia appunto la fortuna economica. Secondo una teoria, questa associazione deriva dagli orafi di Kanazawa, che avvolgevano l’oro in pelle di tanuki prima di batterlo per produrre la famosa e sottilissima lamina d’oro. Siccome il tanuki reale ha effettivamente uno scroto grosso e la parola per “pallina d’oro” (kin no tama) e “testicolo” (kintama) è quasi uguale, la connessione fu presto fatta.
- una cambiale che rappresenta fiducia.
Gatto – Neko 猫
Il gatto ha una posizione speciale nel folklore e nella cultura giapponese. In parte è una creatura amata e benevola, in parte è infida e temuta.
Una delle sue incarnazioni più positive e popolari è quella del maneki-neko 招き猫, cioè il gatto con la zampa alzata che si vede in molti negozi e ristoranti. Se la zampa alzata è la sinistra, “invita” i clienti, mentre se è la destra porta denaro.
Una forma a cavallo tra benevola e inquietante è quella del bakeneko, il gatto mutaforme in grado di assumere sembianze umane e rimpiazzare le persone. Si dice che i gatti normali, una volta raggiunta una certa età o lunghezza della coda, possano trasformarsi in bakeneko e acquisire abilità magiche, come la capacità di parlare o di camminare su due zampe. Sono anche in grado di rianimare i cadaveri e usarli come marionette. Spesso vengono associati a eventi inspiegabili o malefici e possono divorare le persone, ma in alcuni casi possono anche essere guardiani fedeli delle famiglie che li accolgono.
La versione più spiccatamente maligna del gatto è il nekomata, che ha due code ed è dotato di poteri magici enormi. Questo spirito nasce da un gatto che ha vissuto una lunga vita e la cui lunga coda si è biforcata in due.
Scimmia – Saru 猿
La scimmia riveste ruoli molto variegati nel folklore giapponese: può essere un animale dispettoso e malvagio, ma anche un coraggioso eroe.
La parola per “scimmia” (saru) è omofona al verbo “mandare via, scacciare”. Per questo si ritiene che le scimmie allontanino gli spiriti malvagi.
Le famose tre scimmie (che si coprono gli occhi, le orecchie e la bocca) derivano da un gioco di parole tra la versione sonorizzata della parola per scimmia (quindi “zaru”) e l’omologa negazione verbale: mizaru, kikazaru, iwazaru (“non vedere, non sentire, non parlare”). La loro origine è incerta, ma sembra attribuibile alla scuola buddhista Tendai.
Tigre – Tora 虎
Anche se è presente nei più antichi testi giapponesi, la tigre non è un animale naturalmente presente nell’arcipelago giapponese. Tutto l’immaginario a essa collegato arriva quindi dalla Cina e dalla Corea.
La tigre è la controparte del drago: incarnano rispettivamente lo yin (tigre) e yang (drago), la terra e il cielo, l’acqua e il vento.
Questo felino simboleggia la forza e protegge contro gli spiriti malvagi. La sua è una forza controllata e sobria, che si addice perfettamente all’immagine del samurai, ma anche a quella del monaco che medita.
Volpe – Kitsune 狐
La volpe ha una natura ambigua, sia benevola che malevola.
Originariamente, in Cina, era un’ingannevole e infida mutaforme simile al tanuki, e anche in Giappone esistono storie che la dipingono così.
Nello shintoismo, però, questo animale ha assunto il ruolo di messaggero di Inari, la divinità del riso, del cibo e dei contadini. Statue di volpe, spesso con un bavero rosso, si trovano quindi nei santuari shintoisti insieme alle file di torii vemigli e hanno un significato positivo.
Il nome giapponese della volpe, kitsune, torna nei kitsune udon, dei noodles in brodo con del tofu fritto. Pare infatti che le messaggere di Inari siano ghiotte di questo tipo di tofu. Secondo altre versioni, però, il nome si riferirebbe solo al colore rossiccio del tofu fritto.
Coniglio – Usagi 兎
Il coniglio merita una menzione per la sua associazione alla luna.
Secondo i giapponesi, le macchie scure che si vedono sulla superficie della luna sarebbero infatti dei conigli intenti a preparare il mochi (un impasto molto colloso di riso glutinoso) con pestello e mortaio. Una delle parole usate per indicare la luna piena (mochizuki, 望月) si pronuncia in modo molto simile a quella che significa “preparare il mochi” (mochitsuki, 餅つき). Siccome l’equinozio d’autunno è un classico momento in cui si osserva la luna, questi animali sono associati all’autunno.
Al tempo stesso, però, il coniglio è un simbolo di fertilità, quindi è anche legato alla primavera.
Rana – Kaeru 蛙
In giapponese si dice “kaeru“, che è un omofono del verbo “tornare a casa”. Per questo le rane sono i portafortuna per chi viaggia.
Inoltre la rana può solo saltare in avanti, e questo la rende un simbolo di avanzamento e successo nel lavoro o a scuola.
Orata – Tai 鯛
Un animale poco mistico, ma spesso presente nell’immaginario giapponese è… l’orata!
Questo pesce è considerato benaugurante perché, nella varietà diffusa in Giappone, è di colore rosso. Come avrai notato anche solo guardando delle foto del Giappone, il rosso è un colore benaugurante e con molte associazioni positive. Si dice che scacci gli spiriti maligni. È un colore generalmente legato alle festività e ai momenti lieti. Rossi sono molti torii, i bavaglini o i cappelli sulle statue di Jizo, nonché il cerchio al centro della bandiera giapponese.
Il motivo principale per cui l’orata ha una valenza positiva e legata ai festeggiamenti, però, è che il suo nome giapponese, tai, è la parte finale di omedetai, che significa “benaugurante, fortunato”. È un termine legato alla parola omedetou, usata per fare gli auguri e le congratulazioni.
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