Bagni e onsen in Giappone

Ci sono delle usanze che fanno parte del retaggio culturale di un popolo, delle abitudini di cui un viaggiatore non è a conoscenza, ma che implicano delle norme di comportamento che dobbiamo assolutamente rispettare: una di queste usanze è l’uso dei bagni pubblici in Giappone (chiamati sentō e onsen, come vedremo tra poco in dettaglio), con particolare riferimento alle vasche condivise.

Si tratta di semplici regole, ma devo assolutamente fare delle precisazioni che non sono per nulla scontate e che dovremo seguire meticolosamente per evitare di fare brutte figure o, ancor peggio, passare da irrispettosi.

Andiamo a scoprire come funzionano i bagni giapponesi.

Tipologie di bagno

Devi sapere che fare il bagno in Giappone è una pratica culturale che si tramanda da secoli e che deriva dai rituali di purificazione shintoisti. Nel caso dei bagni condivisi, l’esperienza è inoltre vissuta come momento di ritrovo e di socialità, nonché di cura e piacere per la persona.
In passato le case private non avevano il bagno (docce e vasca), e proprio per questo i bagni pubblici diventavano luoghi dove, dopo il lavoro, ci si incontrava e si scambiavano due chiacchiere, oltre ovviamente a lavarsi e rilassarsi (questo aspetto è così ancora oggi!).

I bagni giapponesi meritano un discorso molto dettagliato e in questo articolo fornirò delle indicazioni pratiche che saranno utili e attuabili sia nei 1. luoghi pubblici sia nelle 2. dinamiche private.

Nel primo caso faccio riferimento alle terme o stazioni termali (onsen 温泉), ai bagni degli alberghi/locande in stile giapponese (i ryokan 旅館 oppure i ryokan onsen 旅館温泉, che dispongono anche degli onsen per i clienti), i bagni pubblici senza acqua termale (sentō 銭湯, dall’esterno della struttura si riconoscerà facilmente la sillaba yu ゆ oppure l’ideogramma yu 湯 che vuol dire “acqua calda”), dove spesso avremo bagni condivisi come da tradizione, o ancora le “classiche” spa moderne.

Hotel spa sul lago di Akan, Hokkaidō

Menziono ancora una categoria di bagni che adoro, ovvero le vasche all’aperto (rotenburo 露天風呂), che possono contenere sia acqua termale che normale. Esistono anche dei rotenburo che sono immersi nella Natura e a uso completamente gratuito.

A questo proposito faccio ancora presente che la stragrande maggioranza degli onsen in Giappone ha aree separate per uomini e donne (talvolta gli spazi vengono usati a rotazione), tuttavia in alcune zone rurali e non esistono solo onsen misti (chiamati kon’yoku). Si tratta principalmente di rotenburo.

Rotenburo libero nel fiume, Kawayu Onsen

Nel secondo caso mi riferisco ai bagni delle case giapponesi e a quelli privati in generale (anche quelli degli hotel). I concetti di base restano gli stessi.

Ci sono poi alcuni ryokan onsen che hanno a disposizione stanze private o a occupazione singola per il bagno, o quelli più lussuosi che hanno addirittura la vasca all’interno della camera stessa o in una terrazza panoramica.

Inizia a mettere da parte remore e idee relative al concetto di “bagno pubblico” e “bagno condiviso”, ma anche eventuali timidezze: in Sol Levante e in questo contesto non esiste quel genere di pudore.

💡 In Giappone esistono numerosissime località termali. Sono sicuramente una tappa di viaggio interessante, in particolare se ami le zone più rurali.
Presto scriverò un articolo dedicato alle migliori aree termali del Giappone.

Ingresso di un carateristico onsen nella cittadina termale di Kinosaki Onsen

Caratteristiche del bagno giapponese

Solitamente, in una casa tradizionale, in un ryokan o in un sentō, il bagno è composto da due parti: una con il WC (toire) e l’altra con la doccia e la vasca da bagno (ofuro). Il lavandino (senmendai) generalmente occupa uno spazio differente dalla stanza con vasca, una sorta di antibagno o spogliatoio, ma non è una regola.

La stanza-bagno dove si trova l’ofuro è una stanza totalmente impermeabile, dove è presente anche la doccia. In poche parole, salvo dove l’evidenza dirà il contrario (come in molte camere degli hotel) farai la doccia “fuori dalla vasca”.
Ma vediamo meglio i dettagli soffermandoci su alcune caratteristiche tecnologiche dei bagni.

Sia la vasca che il WC sono spesso comandati elettronicamente da un computer che ci stupirà con effetti speciali e dal quale si possono eseguire un’infinità di azioni in base alla tecnologia in dotazione.
Il computer della vasca, ad esempio, potrebbe chiamarci quando l’acqua è pronta. Nel WC (che nello specifico si chiama washlet) possiamo regolare una serie di funzioni, tra cui il riscaldamento della tavoletta e la forza del getto d’acqua, nonché scegliere le funzioni di una sorta di bidet incorporato. Si tratta di un tubicino che fuoriesce al momento dell’attivazione, permettendo di lavare le parti intime in base a ciò che scegliamo (l’angolazione del getto, la potenza e la temperatura dell’acqua sono spesso regolabili).

Talvolta è anche presente un simpatico tasto per emettere un suono che va dalla cascata al rumore del mare o al cinguettio degli uccellini per evitare che un possibile vicino senta i nostri rumori (questo vale soprattutto per i washlet nei luoghi pubblici)!

Come controparte, c’è da dire che esistono ancora parecchi WC “alla turca”, ma, a differenza di quelli classici che vediamo anche in Italia, la posizione da assumere quando ci accovacciamo in quelli giapponesi è con il corpo rivolto verso il busco dello scarico. Diversamente si rischia di non centrare il bersaglio!

ℹ️ Mi raccomando, non giocare con il computer del washlet, soprattutto se non sei sul water: potresti finire per farti una doccia!

Occorrente per il bagno

Ora che abbiamo una panoramica generale di come è strutturato un bagno giapponese, andiamo a vedere quali sono le cose da sapere per un utilizzo corretto, con particolare riferimento alle vasche e alle docce.

Se ci troviamo in un ryokan o un ryokan onsen, ci verrà fornito il necessario, ovvero due asciugamani (uno grande e uno piccolo) e lo yukata, che è la vestaglia da indossare dopo il bagno (non è necessario lo yukata nelle altre tipologie di strutture, puoi indossare i tuoi vestiti), oltre ai saponi che saranno già presenti in bagno. L’asciugamano piccolo sarà usato a “mo’ di spugna” e per coprire le parti intime (per chi vuole, vedremo meglio dopo), mentre con l’altro ci asciugheremo.
Nei migliori onsen viene fornito il necessario (spesso anche prodotti di alta qualità), ma più sovente, saponi a parte, gli accessori quali asciugamani sono a pagamento. Puoi comunque portare i tuoi.

I bagni pubblici (sentō) sono frequentati dalle persone del posto, in quanto situati solitamente nei pressi delle abitazioni. Ci si va muniti di un apposito secchiello contenente il necessario: shampoo, saponi, lamette… A volte questo è lasciato in custodia al bagno stesso, con tanto di nome, per non doverlo portare avanti e indietro ogni volta.

Furusato-no-yu, Nozawa Onsen

L’ingresso e gli spogliatoi

In qualsiasi situazione “pubblica” ci troveremo, all’ingresso della struttura toglieremo le scarpe per indossare le ciabatte e, una volta pagato il biglietto negli onsen (in alcune zone del Giappone sono a uso gratuito!) e nei sentō, accederemo a uno spogliatoio.

Dovremo stare ben attenti a entrare nella zona dedicata agli uomini (otoko 男) o in quella dedicata alle donne (onna 女), zone che possono essere divise sin dall’entrata della struttura.
La quasi totalità (non tutti, come già detto) dei bagni condivisi in Giappone sono differenziate per sesso.

Ci recheremo quindi verso un armadietto prestabilito, generalmente fornito di chiave o codice, dove potrebbe essere richiesta una moneta per la chiusura (e che verrà resa all’apertura). Altre volte, invece, lo spazio è semplicemente libero con dei cesti dove andremo a riporre i nostri vestiti (alcune strutture dispongono anche di armadietti di sicurezza dedicati per beni di valore).

Qui ci spoglieremo completamente lasciando tutti i nostri indumenti e l’asciugamano grande nell’armadietto e, forniti del solo piccolo asciugamano, entreremo nell’area dove troveremo le docce e le vasche, solitamente dopo una porta scorrevole. Se poi la struttura dispone anche di rotenburo, allora avremo altre vasche all’esterno.

ℹ️ I WC in Giappone sono sempre separati dalle docce e dalle vasche (generalmente sono nello spogliatoio), quindi se necessario conviene andarci appena entrati.

Fare la doccia ed entrare nelle vasche

Bene, siamo arrivati al momento di provare l’ebbrezza di un bagno giapponese.

Prima di entrare nelle vasche con l’acqua calda, però, è necessario farsi una doccia accurata, ci si può servire del piccolo asciugamano a mo’ di spugna.

Anche se ci apparirà scomodo, potremo servirci degli sgabellini e delle bacinelle (vedrai come fanno loro) per sederci di fronte allo specchio, occupando la postazione dove ci laveremo. Attenzione, è qui che gli uomini si fanno anche la barba, non nel lavabo!

Bagno maschile in ryokan: vasca di acqua calda e postazioni per la doccia

Una volta fatta la doccia, allora potremo finalmente andare a rilassarci nelle vasche con acqua calda e/o termale.
Alcune strutture offrono numerosi comfort, come vasche di dimensioni e temperature diverse (anche con acqua freddissima!) e con varie composizioni dell’acqua che danno specifici benefici, idromassaggio, soluzioni relax, saune ecc.

Spesso i giapponesi, prima di entrare nella vasca, “tastano” l’acqua per mezzo di una piccola bacinella, cosa che puoi fare anche tu. Anzi, te lo raccomando. Ricordati che l’acqua delle vasche ha spesso una temperatura superiore ai 40° C!

Non si entra mai nelle vasche con il costume, e neanche con il piccolo asciugamano con cui ci si è lavati (che andrà lasciato a bordo vasca oppure in testa), né tantomeno i saponi dovranno entrare a contatto con l’acqua della vasca. Si entra completamente nudi e puliti.
Questo concetto vale anche nella case private. La stessa acqua viene infatti usata da tutti membri della famiglia e mantenuta calda tramite un apposito coperchio posto sulla vasca.

Una volta usciti rinvigoriti, possiamo valutare se fare nuovamente una breve doccia oppure toglierci un po’ di acqua di dosso prima di tornare nello spogliatoio.

Qui, o nelle aree adiacenti, troveremo tutto il necessario: phon, bilance, cotton fioc e fazzoletti sono forniti praticamente ovunque, così come saranno onnipresenti i distributori per le bevande (in molte strutture c’è anche il frigo con bevande un po’ più ricercate).

Le strutture più grandi, comode e moderne hanno anche stanze per rilassarsi, ristoranti e una stanza per i trattamenti, la zona fumatori e altri servizi.

Quanto costano onsen, rotenburo e sentō?

I prezzi sono variabili, ma assolutamente economici se confrontati con i nostri standard.

I sentō (bagni pubblici) generalmente hanno una tariffa comunale che si aggira intorno ai 400-450 yen, un prezzo popolare e accessibile a tutti.
Gli onsen e i rotenburo delle stazioni termali sono economici (anche solo 600-800 yen), spesso diventano gratuiti o inclusi se si soggiorna nel ryokan. Diversamente possono avere prezzi variabili mediamente compresi tra 700 e 1.500 yen.

Le spa sono più care, indicativamente si aggirano sui 2.000-2.500 yen, ma forniscono grande comfort e ottimi servizi annessi. D’altra parte, però, si perde un po’ la rusticità tipica di un onsen “vecchio” di qualche secolo!

Parlando di ryokan onsen, questi mediamente hanno costi abbastanza elevati ma non esagerati: quelli più semplici hanno prezzi che partono da circa 9.000 yen a persona e includono anche la mezza pensione (oltre all’accesso alle vasche termali). C’è da dire che se vogliamo la vasca privata in camera in qualche rinomata località termale (ad es. Hakone), sarà facile spendere cifre che partono da 20.000-25.000 yen a persona.

Relax a Maguse Onsen, Nagano

Posso fare l’onsen con i tatuaggi? E le foto?

Il tatuaggio in Giappone è associato alla mafia giapponese (yakuza), quindi, anche se molte strutture sono tolleranti verso gli stranieri, non tutti i bagni ti accetteranno. È quindi meglio informarsi e, se possibile, coprirli con l’asciugamano piccolo quando si accede alle vasche.
Nella peggiore delle ipotesi, se non hai avvisato preventivamente e ti “scoprono”, potrebbero farti uscire senza troppe esitazioni!

Divieto assoluto di fare fotografie, ovvio, vista la nudità degli ospiti (a meno che tu non sia solo!).

✦ Per conoscere da vicino il ryokan e i bagni giapponesi, ti suggerisco di vedere il mio breve video informativo.

Ho inoltre scritto un articolo di approfondimento sulle tipologie di strutture dove puoi soggiornare in Giappone.

Saluti da un angolo privato di Paradiso

Abbiamo così fatto un excursus sui bagni in Giappone, una sorta di “viaggio dentro al viaggio”. Qui come in nessun’altra parte al mondo il momento del bagno diventa un rituale quotidiano straordinario, un fattore culturale di grande fascino.

Ti raccomando vivamente di soggiornare in un ryokan onsen o in una cittadina termale almeno una notte, o anche solamente di concederti un paio di ore per staccare dal viaggio e goderti un po’ di relax in un onsen: sarà una pausa davvero gratificante e un ricordo indelebile della tua esperienza in Giappone.

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